L’Arnia è un’attrezzatura essenziale per lavorare con un apicoltura moderna, in quanto le api oggi vanno ispezionate e curate, sia per proteggerle, che per mantenere le famiglie forti abbastanza da produrre.
Storia
Nell'apicoltura le arnie per le api non hanno una vera e propria data di nascita, considerando un tronco cavo chiuso alle due estremità come il primo tentativo di arnia da allevamento, la sua nascita si perde nel tempo. La situazione si è evoluta nel tempo con l’introduzione di arnie in paglia (skeps), vimini, ceramica, legno o muratura, ma questi tipi idi arnie identificate come “arnia tradizionale” avevano in comune favi fissi e la necessità di uccidere o razziare le famiglie.
L'arnia tradizionale:
L’arnia tessuta in paglia, fu senza dubbio la più diffusa tra le arnie a pannelli fissi. Fu utilizzata a lungo in tutta la regione mediterranea, l'Asia orientale, l'Egitto per l'economicità e la semplicità della sua costruzione. Oltre ad essere tessuta dagli artigiani in poco tempo, la paglia è un ottimo isolante termico ed è impermeabile all'acqua.
L’arnia costruita partendo da un tronco scavato era invece chiamata "vaso", ed era utilizzata fin dall'epoca dell'Impero Romano. In Europa possiamo anche osservare vasi costruiti diversamente:
Partendo dal classico tronco di albero, al legno di sughero ei vimini rivestiti in gesso.
Già nell'anno 50 d.C. Columella, nella sua opera I dodici libri di agricoltura, ne realizza una eccellente descrizione, raccomandando luoghi dove situare l'apiario, descrivendo la raccolta, ecc.
Anche nella civiltà maya, i tronchi scavati furono le arnie più comuni per le api senza pungiglione.
Mentre gli Egizi, i Siriani ecc. costruivano vasi di argilla cotta per le loro api.
In Lituania è molto comune scolpire alberi che servono come arnie ma si possono osservare anche tronchi scavati che vengono utilizzati come arnie orizzontali.
* Figure Arnia Dadant
Arnia razionale:
L’introduzione delle arnie moderne, partendo dalla metà del 1800 in avanti, quasi tutti i modelli di classificazione le identificano come “razionale” e sono generalmente di due tipi, “verticali” ed “orizzontali” a secondo del tipi di sviluppo del nido.
Arnie verticali: questo tipo di arnia ha una capacità teoricamente illimitata, dal momento che può essere ampliata aggiungendo rialzi al nido in relazione alle necessità.
Arnia Layens: questa arnia deriva dal tipo orizzontale, è formata dal solo nido ma di maggior volume, nel quale non c'è separazione tra zona di allevamento e zona di raccolta del miele.
Arnia Langstroth
Arnia Dadant
Arnia Smith
Arnia Lusitana
Arnia Warré
Arnie orizzontali: questi tipi di arnie sono di limitata capacità, dal momento che non è possibile aggiungere rialzi.
Arnia orizzontale con laterale inclinato (Top Bar Hive o "keniana"). In inglese con la sigla KTBH.
Arnia orizzontale con laterale retto (Top Bar Hive o "Tanzania"). In inglese è detta "Tanz", arnia tipo Layens.
Arnia orizzontale Siciliana, in dialetto "tabbutu" (bara), costruita con tronchetti di ferula e intonacata all'esterno con luto.
Arnie di riproduzione
Nuclei: costituiti da due a cinque telai, spesso molto più piccoli di quelli razionali, si impiegano per allevare una nuova colonia partendo da poche api e una regina. Se la regina non è stata fecondata si chiamano nuclei di fecondazione.
Funzionamento
L’arnia, è un dispositivo atto a allevare le api e anche se ne esistono di diversi materiali, di solito si preferisce realizzarla in legno perché è un materiale naturale, che non da fastidio alle api e se curato bene si rovina difficilmente con l’uso, durando diversi anni. Ne esistono di diverse forme e dimensioni, per tipi di apicoltura differenti, in genere le più utilizzate sono:
Langstroth
Dadant
Lusitana
Lusitana
Layens
Misure di tipologie differenti di arnie verticali
Tipo |
Langstroth |
Dadant |
Lusitana |
Layens |
---|---|---|---|---|
Misura del nido |
46,5x38x24 |
46,5x38x31 |
37x38x31 |
secondo il n° dei quadri |
Misure dei melari |
46,5x38x24 |
46,5x38x17 |
37x38x16 |
|
Misure della camera |
42x20 |
42x27 |
33x27 |
35x30 |
Misure melario |
42x20 |
42x15 |
33x12 |
35x30 |
Superficie quadro |
160 dm² |
220 dm² |
180 dm² |
240 dm² |
Nidiata teorica |
45.000 api |
60-62.000 api |
50.000 api |
67.200 api |
kg di api x nidiata |
4,5 kg |
6 kg |
5 kg |
6,7 kg |
Capacità in litri |
42,4 L |
54 L |
43,5 L |
|
Capacità totale |
84,8 L |
84 L |
65,9 L |
|
Capacità nel melario |
25 kg |
16 kg |
13 kg |
L’arnia, è di solito suddivisa in:
Nido,una parte principale, che viene utilizzata per sviluppare la famiglia, partendo da uno sciame (naturale o artificiale) e da dove non viene raccolto miele, per lasciarlo come scorta invernale.
Melario, una parte secondaria detto, che viene utilizzata principalmente per far accumulare le scorte di miele che costituiranno la produzione dell’apicoltore e può essere aumentata a piacimento.
Fondo, che in molti modelli di arnia hanno è separabile e viene chiamato “fondo mobile”. Quasi tutte le arnie razionali hanno il fondo aperto munito di rete per facilitare la caduta delle “varroe” e chiudibile in inverno con una lastra di metallo.
Coperchio, che è presente in tutti i modelli arnia verticale ed alcuni di orizzontale, che può essere forato per alcune operazioni particolari, come l’uso di un nutritore o l’uso di una griglia per areare il nido durante il trasporto.
Tettoia, che serve a proteggere da pioggia e neve e può essere a 1 o più spioventi o piatta, in genere il legno trattato o in lamiera metallica.
Tutte le arnie razionali utilizzano al loro interno un altro elemento, i cosiddetti “telaini”, che servono per razionalizzare i favi (da cui il nome arnia razionale), e possono essere “nudi”, cioè composti da un asta piatta orizzontale su cui le api costruiranno naturalmente i loro favi. Oppure a “cornice”, cioè composti da un telaio di legno in cui le api costruiranno i loro favi, che se rinforzato con fili di ferro si dicono “armati”.
L’uso di un modello di arnia piuttosto che un altro o la scelta del materiale per realizzarla è puramente soggettiva, dipendente dalle abitudini, dall'esperienza o dal tipo di apicoltura praticata.
Tecnica
La tecnica corretta di utilizzo di tutti i tipi di arnia non è banale.
Lo scopo principale di un arnia è allevare le api nel modo migliore ritenuto dall’apicoltore, pertanto è essenziale riuscire a comprendere la filosofia che ha portato lo sviluppo di un tipo di arnia per utilizzarla al meglio.
Gli approcci più naturalisti preferiscono, di solito, l’uso di arnie orizzontali (Top-Bar) con telaini nudi. Questo tipo arnia, va necessariamente inclinata (in modo leggero) per far defluire l'acqua che potrebbe entrarvi, ed orientata tenendo conto che le api tendenzialmente sono ritenute preferire l’asse nord-sud per direzionare i favi.
Gli approcci di apicoltura redditizia (orientata ad ottenere reddito), preferiscono, di solito, l’uso di arnie verticali con telaini a cornice muniti di foglio cereo. Questo tipo arnia, non va necessariamente inclinata se è presente un predellino, ne orientata, tenendo conto che le api seguiranno l’asse del foglio cereo per direzionare i favi.
L’uso di arnie verticali, di solito consentono l’uso di diversi accessori e rendono obbligatori altri come la leva, che permette la separazioni delle varie parti altrimenti impossibile, perché propolizzate.
L’uso di diaframmi per regolare le dimensioni interne di un arnia, di escudiregina per evitare che la regina deponga nelle celle da melario e renda il miele amaro o di apiscampo per spopolare i melari dalle api prima della raccolta è possibile quasi esclusivamente con arnie verticali.